Comitato Politico Nazionale del 3 marzo 2024

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DOCUMENTO VOTATO DALLA MAGGIORANZA DEL CPN (85 voti a favore)

Il Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprime un giudizio positivo sul documento programmatico elaborato nel confronto tra il nostro partito e Unione Popolare con i promotori della lista unitaria Pace, Terra, Dignità, con la definizione di un profilo programmatico che tiene insieme la lotta contro la guerra, le questioni sociali e ambientali, la critica del neoliberismo e dei trattati europei, la lotta contro il patriarcato, auspica

  • che tutte le altre componenti di Unione Popolare partecipino alla lista di scopo sulla base della convergenza programmatica sui punti proposti unitariamente;
  • la presentazione di liste di Unione Popolare nei territori che hanno lavorato in questa direzione per le elezioni amministrative;
  • impegna il segretario e la segreteria a proseguire unitariamente il percorso di adesione e partecipazione del nostro partito alla lista per la pace Pace, Terra, Dignità proposta dall’appello La Valle – Santoro per le prossime elezioni europee, e alla predisposizione della nostra presenza nelle liste con riconoscimento come co-presentatori della lista, in tal senso delega la segreteria alla proposta ed approvazione delle candidature del PRC-SE all’interno della lista;
  • impegna la segreteria e tutte le strutture territoriali alla massima mobilitazione sulla raccolta delle firme per la presentazione in tutte le circoscrizioni della lista nell’emergenza determinata dalla possibile cancellazione in parlamento del nostro diritto in qualità di partito europeo all’esenzione.

Il CPN sarà riconvocato per le indicazioni di voto.

Maurizio Acerbo


DICHIARAZIONE COLLETTIVA DI VOTO CONTRARIO (22 voti)

Come componenti del Comitato Politico Nazionale riteniamo di dover esplicitare le motivazioni per le quali oggi votiamo contro il documento presentato dal Segretario.

Non certo perché siamo contrari all’idea della “lista per la pace” ma perché siamo di fronte ad una sua realizzazione disastrosa e sentiamo la necessità politica di rifiutare la logica del “tanto ormai non c’è alternativa” precisando fino in fondo il nostro pensiero, dentro e fuori il nostro Partito.

In primo luogo, continuiamo a ritenere che il percorso verso una lista della pace per le prossime elezioni europee (al quale eravamo favorevoli) doveva prevedere per Unione Popolare un ruolo centrale come avanguardia e motore del processo. Constatiamo purtroppo come il nostro Partito, a differenza degli altri tre soggetti costituenti UP, abbia fatto una scelta diversa minando la coesione di UP, mettendone a rischio gli sviluppi futuri e rendendo, allo stesso tempo, più debole la costruzione della lista.

In secondo luogo, riteniamo che, dall’impostazione del programma alla presentazione di nome e simbolo, dalla definizione delle principali candidature di riferimento alle modalità di formazione dell’immagine pubblica, la costruzione della lista a guida Michele Santoro (non a caso sempre definita così dai mass media e mai lista per la pace) sia stata affetta da totale opacità ed eccessivo leaderismo del promotore.

Malgrado il lavoro di mediazione svolto, rimangono poi rilevanti dubbi su quelle parti di programma che più dovrebbero caratterizzare la lista “di scopo”. Non condividiamo le posizioni espresse da Santoro sulla Palestina (con reticenze persino nel menzionare esplicitamente il riconoscimento dello Stato palestinese) e sulla NATO (alla vigilia di una possibile disastrosa escalation dei conflitti a causa delle sue politiche espansionistiche).

Posizioni che, in quanto leader autoproclamato della lista, sono e verranno all’esterno percepite come appartenenti a tutti coloro che la sostengono.

Siamo, inoltre, molto molto perplessi sulla possibilità che la Lista “Pace Terra e Dignità” (costruita verticisticamente, dall’approccio organizzativo dilettantesco, priva di significativi riferimenti nei movimenti di lotta in particolare giovanili, abbandonata già prima della partenza da alcuni dei frontmen – e sottolineiamo men – che avrebbero dovuto caratterizzarla) possa davvero raggiungere l’obiettivo della raccolta delle firme necessarie alla presentazione alle Europee.

Solo una Unione Popolare coesa, determinata e allargata ad altre realtà collettive ed individuali (dal Pci a Sinistra Anticapitalista, dai movimenti antagonisti a personalità come lo stesso Santoro) avrebbe potuto sperare di raggiungere tale difficile traguardo.

Oggi, malgrado la generosa militanza delle compagne e dei compagni di Rifondazione (unico partito minimamente organizzato sul piano nazionale che resta ad appoggiarla) l’obiettivo ci pare alquanto difficile. E in caso di mancato raggiungimento delle firme Santoro ha già dichiarato che non presenterà la lista anche se fosse possibile ottenere l’esenzione dalla raccolta. Per questo siamo sconcertati dal fatto che il Segretario, primo artefice della situazione nella quale ci siamo cacciati, non proponga alcun Piano B nell’ipotesi (ancora in bilico) che Rifondazione possa far valere l’esenzione dalla raccolta firme. Siamo sconcertati dal fatto che il Segretario non pensi (come invece pensiamo noi) di utilizzare quella dote per rilanciare in extremis Unione Popolare o, comunque, un’aggregazione di partiti/movimenti della sinistra comunista ed anticapitalista.

Temiamo che tra le tante derivate del disastro che stiamo costruendo ci sia l’assistere inerte al successo della lista SI/Verdi che punta palesemente a sostituirci come riferimento interno alla Sinistra Europea nonostante la loro posizione di continua subalternità a PD e centrosinistra.

In sostanza, riteniamo che oggi Rifondazione sia vittima di una sorta di “autoghetizzazione” tattica che prelude ad un cambio di posizionamento strategico. Lasciamo gli interlocutori con cui stavamo costruendo un percorso di alternativa e accettiamo un ruolo marginale e nascosto in un percorso che non ha orizzonti concreti.

Per questo dichiariamo che ci impegneremo in ogni modo per alimentare l’esile fiammella che gli esiti del coordinamento nazionale di UP hanno lasciato accesa e quindi per mantenere in vita Unione Popolare nei territori dove si è costruito qualcosa e per proporre liste di UP alle prossime scadenze amministrative.

E, a questo proposito, constatiamo amaramente che l’ordine del giorno, approvato dallo scorso CPN, nel quale si chiedeva di costruire immediatamente un gruppo di lavoro che avesse il compito di predisporre un’organica serie di proposte del Prc per la costruzione della struttura organizzativa e democratica di Unione Popolare a partire dal superamento dei problemi che presentava la Bozza di Statuto sia stato del tutto disatteso.

Daniela Alessandri, Imma Barbarossa, Lucietta Bellomo, Tatiana Bertini, Claudio Bettarello, Giovanni Bruno, Giada Galletta, Riccardo Gandini, Mara Ghidorzi, Stefano Grondona, Rosario Marra, Nicolò Martinelli, Chiara Marzocchi, Matteo Masum, Giulia Pezzella, Vittorio Savini, Francesca Sparacino.


DICHIARAZIONE DI NON PARTECIPAZIONE AL VOTO AL CPN (53 voti)
Nei mesi scorsi abbiamo espresso più volte l’obiettivo di costruire una ampia lista unitaria per la pace e contro le politiche liberiste, in cui fosse coinvolta e partecipasse tutta UP, in un contesto di rafforzamento e rilancio del progetto politico di Rifondazione Comunista.

Oggi, a distanza di una settimana dall’inizio della raccolta di firme per la presentazione della lista Pace terra e dignità – di cui non conosciamo la composizione – ci troviamo in una situazione assai diversa. Non è nata alcuna lista unitaria ma semplicemente Rifondazione è entrata nella lista promossa e gestita da Santoro. Unione Popolare è divisa sulla partecipazione alla lista medesima e rischia un processo di disgregazione. Il nostro partito, organismi dirigenti compresi, ha assistito passivamente a questa dinamica gestita in modo verticistico, è disorientato e vive una profonda crisi politica.

Il mancato raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo dati non è frutto del caso, ma degli errori politici che sono stati compiuti dal nostro partito a partire dal suo segretario.

Di fronte alla proposta di Santoro e La Valle, invece di lavorare per la convergenza tra questa, Unione Popolare e il complesso delle soggettività che si muovono contro la guerra e il liberismo, è stata fatta la scelta di entrare direttamente nella lista Santoro portando in dote il simbolo della sinistra europea e quindi la possibilità, allora non in discussione, di non dover raccogliere le firme.

Questa scelta errata ha fatto sì che Santoro abbia data per acquisita la presenza di Rifondazione e non si sia mai sentito nella necessità di avviare un serio percorso di confronto con Unione Popolare nel quale operare le opportune mediazioni sia sul piano programmatico che sul piano della gestione partecipata della lista. In questi mesi infatti UP non è mai stata considerata un vero interlocutore con cui costruire un progetto comune ma nemmeno Rifondazione ha giocato un qualche ruolo di rilievo: ci troviamo un programma pervenuto tre giorni fa nella cui stesura il partito non è  stato mai coinvolto, con nome e simbolo presentati all’esterno senza alcuna titolarità di Rifondazione e di Up, senza aver mai discusso delle forme della sua gestione,  una lista in cui in tutta evidenza noi giochiamo il ruolo degli ospiti buoni per la raccolta delle firme  il cui avvio abbiamo appreso dalla stampa.

La nostra scelta politica di entrare direttamente nella lista Santoro invece di sviluppare il nostro ruolo unitario di sintesi tra posizioni diverse, di fare colla come abbiamo detto al Congresso, è stata la causa principale della mancata costruzione di una lista unitaria, della sua qualificazione programmatica e politica ed ha quindi alimentato le divisioni dentro Unione Popolare favorendone la crisi. Una situazione negativa alimentata anche dalla scelta del segretario di non discutere ed emendare la bozza di statuto di Up, interrompendo il percorso costituente da noi avviato e unitariamente deciso nel CPN del giugno 2023. Il tutto mentre la vita democratica interna al partito è stata sospesa arrivando in questa fase cruciale a non convocare il Cpn per 4 mesi, dal 14 ottobre al 10 febbraio ed a farlo solo dopo la raccolta di firme di un terzo dei membri del CPN. Ora chiediamo che il gruppo di lavoro sullo statuto deciso dal Cpn di febbraio venga costituito e messo rapidamente nella condizione di elaborare una proposta.

Oggi ci troviamo dinnanzi ad un risultato non positivo, facilmente evitabile, che per le rotture che determina a sinistra pone anche le condizioni per un negativo cambio di linea politica, in cui la costruzione del polo della sinistra di alternativa deciso all’unanimità dal Congresso viene nei fatti abbandonata.

In questa situazione, dopo avere in tutti questi mesi indicato un diverso percorso politico che non si è voluto seguire, nel ribadire il nostro pieno impegno all’applicazione delle decisioni che il partito ha preso e prenderà, ci sottraiamo alla logica del prendere o lasciare che oggi viene imposta a questo CPN.

Per tutto quanto esposto auspichiamo che la proposta avanzata da Luigi De Magistris di riaprire il confronto con Santoro abbia buon esito modificando nella direzione da noi auspicata la situazione odierna, riteniamo necessario che Unione Popolare rilanci la sua attività a partire dalla partecipazione con il proprio simbolo alle prossime elezioni amministrative, consideriamo indispensabile riattivare la vita democratica del partito quale condizione per il suo necessario rilancio e non partecipiamo al voto su una conclusione che poteva e doveva avere un esito diverso.

Valeria Allocati, Elena Anelli, Milena Angiletti, Fabrizio Baggi, Francesca Berardi, Marina Boscaino, Giovanna Capelli,  Irene Castellani ,Silvana Cesani, Nicola Candido, Nicola Cesaria, Marisa Chiaretta, Marco Consolo, Mimmo Cosentino, Luisa Colombo, Fiorenzo Fasoli, Eliana Ferrari, Paolo Ferrero, Giovanni Ferretti, Loredana Fraleone, Alessio Giaccone, Tonia Guerra, Enrico Lai, Ezio Locatelli, Roberta Leoni, Franceco Macario, Nando Mainardi, Maura Mauri, Vito Meloni, Pierluigi Mulliri, Monica Nardi, Dmitrij Palagi, Giuseppe Palomba, Giuliano Pantano, Nello Patta, Cadigia Perini, Ugo Pierallini, Tania Poguisch, Rosella Satalino, Pino Scarpelli, Monica Sgherri, Stefania Soriani, Umberto Spallotta, Giulio Strambi, Giovanna Ticca, Andrea Viani.

2 astenuti su tutti i documenti

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